Vincoli di edificabilità a 300 metri dal mare nelle zone tipizzate A e B di completamento fino al 1985: l’on. Nadia Aprile presenta un’interrogazione parlamentare e sollecita il Governo a risolvere la querelle pugliese
Dopo le due recenti sentenze del Tar Lecce, si chiede un’interpretazione univoca del PPTR
per evitare che privati e imprese ricorrano alle tutele giudiziarie
Luigi Ratano (Collegio Geometri): “La questione in esame rimane confinata ai contesti già urbanizzati. La Soprintendenza prenda atto dell’orientamento del Tar Lecce: ingiusto respingere a priori ogni richiesta e costringere i cittadini a fare ricorso”
Approda sui tavoli romani la querelle pugliese che riguarda il vincolo di edificabilità a 300 metri dal mare nelle zone tipizzate “A” (centri storici) e “B” (Completamento edilizio) fino al 1985. Con un’interrogazione parlamentare a risposta scritta indirizzata al ministro dei Beni e le attività culturali e al ministro per gli Affari regionali e le autonomie, l’onorevole Nadia Aprile sollecita l’intervento del Governo “ai fini della convocazione della Conferenza Stato-Regione, per riportare la garanzia dei diritti patrimoniali (proprietà ed edificazione)” sulle suddette aree che insistono in contesti già urbanizzati, e contestualmente chiede un incontro con il governatore pugliese Michele Emiliano.
“La Regione Puglia – si legge nell’interrogazione a firma della deputata, eletta nel collegio uninominale Puglia 09-Casarano – ha approvato il Piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR) il 16 febbraio 2015 conforme all’art.142 del D.Lgs 42/2004 (che definisce le “Aree tutelate per legge”) e con successiva delibera di Giunta n.2331/2017 ha fornito un’interpretazione restrittiva della disciplina paesaggistica nazionale e regionale che conduce alla totale preclusione di edificazione nell’ambito dei 300 metri dal mare anche nelle aree tipizzate A e B di completamento prima del 6 settembre 1985 e ciò benché l’art.142, comma 2, lett. a) del D.Lgs 42/2004 disponga che le stesse NON rientrino tra le aree tutelate per legge. La Soprintendenza Archeologica Belle Arti di Brindisi, Lecce e Taranto, con un’interpretazione combinata delle predette norme, esprime ricorrente parere negativo al rilascio dei pareri prodomici all’autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di costruzioni nella fascia dei 300 metri dal mare nelle zone A e B di completamento e invita i comuni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto a denegare il rilascio di qualsiasi assenso. Nonostante con recenti sentenze (n.638/2020 e 1188/2020), il Tar Lecce abbia annullato i pareri rilasciati dalla Soprintendenza, quest’ultima continua a esprimere pareri negativi a qualsiasi intervento edilizio ricadente nella fascia dei 300 metri dal mare a prescindere che il contesto di riferimento sia urbanizzato o meno, che si tratti di nuova costruzione o di condono edilizio (ex L.47/85 e L.724/94). Cosicché, porzioni libere ricadenti nelle Zto A e B degli agglomerati urbani costieri vengono permanentemente sottratte ad ogni utilizzo da parte dei proprietari”.
Pertanto, rileva l’onorevole Aprile, “la situazione giuridica, patrimoniale e fiscale delle predette aree diventa così contraddittoria: continuano ad essere edificabili per i Comuni sotto il profilo urbanistico-edilizio (e soggette al versamento dell’Imu), ma inedificabili per la Soprintendenza e ciò comporterà anche l’esito negativo delle pratiche di condono edilizio in atto, con conseguente demolizione dei manufatti (anche di quelli già oggetto di compravendita) e restituzione ai proprietari delle somme versate a titolo di oneri e oblazione, con evidenti danni patrimoniali per cittadini ed Amministrazioni”.
Poiché molti comuni pugliesi non hanno ancora adeguato la strumentazione urbanistica locale al PPTR (Piano paesaggistico territoriale regionale), secondo la deputata salentina risulta dunque quanto mai necessario l’intervento del Governo che “potrebbe limitarsi, per ora, a consentire la disapplicazione delle norme di attuazione del PPTR sui territori dei Comuni che non hanno ancora adeguato la strumentazione urbanistica locale al PPTR, con conseguente esclusiva applicabilità della normativa nazionale”. L’onorevole Aprile chiede dunque di sapere “quale sia l’orientamento del Governo e quali iniziative intenda assumere per quanto di competenza, per garantire il rispetto della normativa statale, prevalente in materia di tutela paesaggistica e un’applicazione uniforme della stessa sul territorio nazionale; nonché per risolvere la contraddittorietà rilevata circa la tutela giuridica dei diritti del cittadino/utente, un’univoca interpretazione in materia (Tar e Soprintendenza) e superare le criticità esistenti”.
Sulla questione interviene anche il presidente del Collegio Geometri di Lecce, Luigi Ratano, che già da tempo ha sollevato il problema: “La questione in esame, tengo a ribadire, rimane confinata ai contesti già urbanizzati – sottolinea – e non v’è alcun pericolo di compromissione delle nostre bellezze paesaggistiche e naturalistiche costiere, che rimarranno inalterate. I recenti pronunciamenti del TAR Lecce sembrano infatti voler porre rimedio alla stortura, avvertita come ingiustizia, nell’applicazione delle previsioni di tutela paesaggistica regionale, di cui come Collegio dei geometri ci sentiamo primi promotori, purché non comportino l’indistinta e generalizzata inedificabilità assoluta di porzioni urbane, pienamente antropizzate e urbanizzate. Consentire il completamento edilizio nelle zone A e B delle nostre marine (aree già totalmente urbanizzate) rende difatti giustizia ai proprietari di tali aree e consente di valorizzare per davvero i centri urbani costieri attraverso opere di rammagliatura. Pertanto – conclude Ratano – auspico che la Soprintendenza voglia prendere atto dell’orientamento del TAR Lecce, evitando di respingere ‘a priori’ ogni proposta di edificazione nella fascia dei 300 metri dal mare ed evitando così a privati ed imprese di dover necessariamente ricorrere alle tutele giudiziarie”.
Di seguito la dichiarazione dell’on. Nadia Aprile: 
“Trovo davvero ingiusto che la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi Lecce e Taranto, oramai da anni, impedisca la realizzazione di ogni tipo di costruzione nella fascia di 300 mt dal mare, anche in aree già completamente urbanizzate e, pertanto, in buona parte delle marine del Salento, attraverso una restrittiva interpretazione delle norme in materia.
È quanto dichiara in una nota la deputata Nadia Aprile, eletta nel collegio uninominale Puglia 09-Casarano.
“Mi riferisco al fatto che, il predetto Ente, – spiega la parlamentare – esprima costante parere negativo ai progetti che prevedono edificazioni nella fascia costiera da realizzarsi in aree (tipizzate dagli strumenti urbanistici come ZTO di Tipo “A” Centri Storici e di Tipo “B” Completamento Edilizio di zone) già altamente antropizzate. 
Ritenendo non condivisibile l’orientamento della Soprintendenza – anche in ragione del danno patrimoniale che ne deriva sia ai cittadini (limitati, di fatto, nel loro diritto di proprietà risultando tali aree, edificabili, ai sensi della normativa nazionale, ma assolutamente inedificabili per la Soprintendenza), che alle Pubbliche Amministrazioni – nei giorni scorsi ho depositato un’interrogazione – annuncia Aprile –  indirizzata al Ministro dei beni e le attività culturali e al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, per sollecitare il pronto intervento del Governo, ai fini della convocazione della conferenza Stato-Regione, per riportare la garanzia dei diritti anche patrimoniali (proprietà ed edificazione) sulle aree tipizzate in ZTO “A” e “B a meno di 300m dal mare.
Bisogna fermare questa vera ingiustizia perpetrata dalla Soprintendenza in danno dei cittadini pugliesi e, in particolar modo, dei salentini”- conclude la parlamentare. 

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