Il 14 maggio è stato firmato il nuovo Piano straordinario per il reclutamento di Ricercatori a Tempo Determinato di tipo B (D.M. n. 83 del 14 maggio 2020), che finanzia 1607 nuovi posti e ne assegna 19 all’Università del Salento, uno in più rispetto allo scorso anno. Si tratta del primo intervento del nuovo Ministro, il prof. Gaetano Manfredi.
Altri 3000 posti di “Ricercatore senior” (a Tempo Determinato di tipo B) sono già stati finanziati e saranno banditi su scala nazionale con successivi Decreti. In totale, dunque, si tratta di un intervento che garantisce agli atenei circa 5000 nuovi posti di Ricercatore di tipo B, l’unico ruolo – lo ricordiamo – che consente alle nuove generazioni di entrare nelle Università in modo definitivo.
Come si vede, il Ministro Manfredi, d’intesa con il Presidente del Governo, Conte, ha avviato il più consistente investimento in reclutamento universitario degli ultimi 10 anni.
I criteri di assegnazione delle risorse ai singoli atenei sono variati. È cresciuto il peso degli studenti iscritti entro il primo anno fuori corso e del numero di borse di dottorato del XXXIV ciclo (700 posti in totale, 7,3944 per l’Università del Salento). Mentre è diminuito leggermente il valore della VQR 2011-2014 (2,6942 per l’Università del Salento) e dei ricercatori di tipo b con Abilitazione Scientifica Nazionale in servizio nel 2019 (1,5877 per l’Università del Salento).
Un’ottima notizia per noi Cobas Unisalento che già da qualche anno poniamo al centro dei nostri documenti, delle tante lettere aperte inviate ai Ministri di competenza, degli incontri pubblici e di tutte le nostre analisi l’inaccettabile condizione di precarietà cui la riforma Gelmini nel 2010 ha costretto le nuove generazioni di studiose e studiosi in Italia. Con un rilevamento a tappeto, il primo in Italia, abbiamo fotografato infatti il negativo funzionamento del reclutamento introdotto dalla legge 240 (Riforma Gelmini). Una legge che consideriamo iniqua ed estremamente dannosa per il sistema universitario pubblico e che ricorderemo sempre come la peggiore riforma in questo settore nevralgico.
I 5000 nuovi posti di Ricercatore finanziati possono oggi essere finalmente una risposta per tanti precari della ricerca universitaria, che hanno prodotto e lavorato a totale beneficio dei loro Atenei e che spesso non hanno visto riconosciuto il loro lavoro.
Chiediamo, pertanto, all’Ateneo salentino, come già fatto più volte, di non perdere questa occasione e di utilizzare il nuovo Piano Straordinario di reclutamento per ridurre il precariato, offrendo una chance a chi rischia di essere espulso dal sistema universitario, nonostante un lungo percorso alle spalle e il riconoscimento sul piano scientifico sancito dal conseguimento dell’Abilitazione Scientifica Nazionale.
Sarebbe una scelta sensata per l’Ateneo, per non perdere competenze su cui sono già state investite cospicue risorse. Sarebbe una scelta importante per il territorio, per non far andare via chi ha lavorato e prodotto proficuamente, raggiungendo livelli scientifici di primo piano su scala nazionale ed internazionale.
Una certa attenzione andrebbe anche riservata a quei tecnici di laboratorio, già in possesso di Abilitazione Scientifica Nazionale alla fascia di professore associato, che hanno raggiunto livelli di valutazione eccellenti e grazie al cui lavoro l’Ateneo ha potuto raggiungere importanti obiettivi di ricerca scientifica.
Lecce, 11 giugno 2020
Cobas Unisalento