Il trasporto pubblico continua ad essere uno degli argomenti più “spinosi” per il governo.
La priorità assoluta, in questo momento, è contenere il più possibile il numero di
contagi, soprattutto alla luce degli ultimi numeri: quasi 1 milione di cittadini risultano
positivi al virus!
In questo scenario l’unica certezza è che bisogna unire le forze. Oggi bisogna
collaborare piuttosto che competere, tenendo a mente che riuscire a cogliere tutte le
opportunità di questa emergenza, rappresenta un’occasione d’oro per attuare
cambiamenti e miglioramenti attesi da lungo tempo (a prescindere dalla pandemia).
Il virus prima o poi passerà, però molte delle innovazioni messe in campo oggi, con
l’obiettivo di contenere la sua diffusione, resteranno anche dopo, proprio perché si sono
dimostrate utili, comode ed efficienti: basti pensare al lavoro agile o alla didattica a
distanza.
Il grande assente in questo processo di cambiamento, purtroppo, sembra essere il
trasporto pubblico. Se si escludono gli interventi atti a ridurre i limiti di capienza a bordo
dei mezzi, infatti, sembrano ben lontane sostanziali innovazioni al sistema in senso lato.
La scelta di ridurre al 50% la capienza consentita a bordo dei mezzi pubblici è
sicuramente dettata dalla necessità di eliminare le situazioni di affollamento. Così
facendo però, si limita la possibilità di fruire di un servizio pubblico, ch e in molti casi
diventa accessibile solo ai primi arrivati! Allo stesso tempo, in questo modo, continua ad
essere impossibile tracciare gli utenti che hanno utilizzato il servizio.
Una soluzione definitiva a questo problema, come è già stato sottolineato, potrebbe
essere quella di rafforzare ed innovare il sistema di trasporto locale, coinvolgendo altre
aziende di trasporto con i loro bus privati e magari prevedendo un sistema di
prenotazione online. Il vantaggio sarebbe duplice: da un lato si darebbe ossigeno ad
un settore economico in grave difficoltà (quello delle società di trasporto private), e
dall’altro si eliminerebbero gli assembramenti sui mezzi ed alle fermate. In ultimo, il
sistema di prenotazione online, garantirebbe il pieno controllo alle istituzioni e renderebbe
il servizio di trasporto più comodo, efficiente e sicuro.
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di coadiuvare le aziende del TPL, strutturando
un sistema di trasporto dedicato a distretti industriali, grandi aziende scuole ed
università. Busforfun.com ha già attuato questo modello in Lombardia: attraverso una
piattaforma online i dipendenti prenotano il proprio posto, scegliendo orario e fermata di
partenza, una navetta li accompagna a lavoro e viceversa. Questo sistema sta dando
ottimi risultati, sia in termini ecologici (26.125,00 Km e 1.741,67 litri di gasolio risparmiati),
che dal punto di vista della comodità e sicurezza, tanto è vero che dopo qualche
settimana, hanno scelto di attuarlo altre 2 aziende. Non è difficile intuire che un modello
del genere può essere facilmente replicato per scuole ed aziende. A scanso di equivoci,
è bene sottolineare che non si sta parlando di sostituirsi alle aziende del TPL, bensì di
supportarle nello svolgimento della loro attività di pubblica utilità, mettendo a loro
disposizioni ulteriori mezzi e tecnologie.
A questo punto la domanda che bisognerebbe porsi è: cosa ci impedisce di attuare
queste innovazioni?