E’ paradossale che si immagini di violare l’area Parco e Natura 2000 in Puglia con un deposito di scorie nucleari, quando gli agricoltori non possono bruciare le stoppie dei residui di potatura e sono vincolati nelle aree protette da una lunga serie di vincoli imposti dall’UE per preservare siti di straordinario valore naturalistico, ambientale e paesaggistico. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, che stigmatizza la scelta di individuare Altamura, Laterza e Gravina, tra i siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale, in occasione della riunione dei Sindaci ricadenti nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il management dell’area protetta.

“Si tratta di 3 aree circoscritte in zone SIC, ZSC e ZPS e proprio nel Parco nazionale dell’Alta Murgia le attività agroalimentari possono considerarsi tra quelle di maggiore rilevanza economica dell’area distrettuale murgiana che abbraccia la Puglia e la Basilicata con agricoltori eroici che si impegnano quotidianamente a tutelare l’ambiente e il paesaggio”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

E’ concentrato nell’area distrettuale pugliese il 31,6% degli addetti alle imprese lattiero-casearie della Puglia e in quella materana il 21,7% di quelli lucani. Lungo la filiera agroalimentare – aggiunge Coldiretti Puglia – operano 6.298 agricole, 127 di trasformazione, mentre gli addetti sono valutabili in circa 5000 unità, di cui 3000 circa operano nelle fasi agricole, 1000 nella fase industriale e 1000 nella fase terziaria della filiera lattiero-casearia.

“Chiediamo una presa di coscienza e una forte partecipazione al tema, dopo le gravi vertenze ambientali che affliggono il territorio pugliese dall’ILVA di Taranto alla centrale Enel di Cerano, dalla invasione di foreste di pali eolici alle ecomafie, “problemi” che condizionano non solo il reddito e lo sviluppo dell’agroalimentare e del turismo, ma pregiudicano la vita stessa dell’individuo”, insiste con forza il presidente Muraglia.

Coldiretti sottolinea l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, dove le necessarie garanzie di sicurezza – precisa Coldiretti – vanno accompagnate da una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse. L’allarme globale provocato dal Coronavirus – aggiunge Coldiretti Puglia – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro.

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP, 9 IGP e 29 vini DOC e 6 IGP, in una regione come la Puglia in prima linea per l’agricoltura green, dove deve essere rispettato e tutelato – conclude Coldiretti Puglia – il territorio, garantendo la sicurezza alimentare e ambientale ai cittadini-consumatori.

Bari, 8 gennaio 2021

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